Domenica 16 Ottobre 2022 alle ore 11:00 Bruno Arpaia a Palazzo Terzi in piazza Terzi 2 Bergamo, ci parlerà del suo libro Il fantasma dei fatti, Guanda. L’incontro sarà condotto da Mimma Forlani, Letture di Diego Bonifaccio.

Bruno Arpaia: un napoletano introverso, uno scrittore e giornalista che scrive in modo pacato ma implacabile, che conversa con i lettori come fanno i meridionali (anche napoletani!) quando passeggiano di notte e possono distruggere e ricostruire l’universo per ore e ore. Sulle conversazioni scambiate sottovoce nascono lunghe e solide amicizie di cui la vita di Bruno Arpaia è ricca. Cito solo alcuni nomi: Pietro Greco, in scena nel suo ultimo libro e nel precedente dal titolo La cultura si mangia!, Guanda, 2013; Peppe D’Avanzo, il grande giornalista di “Repubblica” che lo sprona a indagare dentro i misteri italiani; Paco Ignacio Taibo II, l’indomito tessitore di storie; Javier Cercas, lo scrittore spagnolo che sta dentro la storia del suo paese, con il quale ha scritto L’avventura di scrivere romanzi, Guanda, 2013, e Luis Sepúlveda, suo amico fraterno. Dello scrittore cileno Bruno è stato il traduttore e interlocutore nella lunga intervista dal titolo Raccontare, resistere, apparsa nel 2003 per Guanda. Per l’amico fraterno scrive un lungo commiato con le lacrime trattenute in cui emerge la statura dell’uomo, del militante e dello scrittore. Il titolo non poteva che essere Luis Sepúlveda. Il ribelle, il sognatore, Guanda, 2021. Bruno Arpaia sarà a Bergamo domenica 16 alle ore 11 presso la casa atelier di Pierantonio Volpini e ci parlerà del suo grande amico cileno, scomparso a causa del Covid, ma soprattutto del suo libro Il fantasma dei fatti, Guanda, 2020. Un libro in cui Bruno Arpaia con puntualità ci racconta le cause del declino dell’Italia causato da due morti non casuali come quella di Enrico Mattei (idrocarburi), di Mario Tchou, (informatica) collaboratore di Olivetti, e da due delitti giudiziari che videro come vittime Felice Ippolito segretario del CNEN e di Domenico Marotta, direttore dell’istituto superiore di sanità. Le due morti fisiche e le due morali sono avvenute negli anni Sessanta. Bruno Arpaia scopre, dopo pervicaci ricerche durate un decennio, che sono legate tra di loro. Il fantasma che sta dietro ha un nome in codice Tom K, il Greco, nome reale Thomas Karamessines, capo dell’agenzia della CIA a Roma dal 1961-1963, epoca in cui l’Italia, nazione dalle grandi risorse in ambito informatico, spaziale, economico e politico, perde ogni speranza e viene declassificata a nazione di infimo rango nell’ambito dell’Occidente. L’inchiesta di Bruno Arpaia condotta su un tono narrativo è avvincente e ci rivela dopo tanti anni il retroscena veri dei fatti più drammatici non solo italiani ma internazionali avvenuti nel XX secolo. Incontro da non perdere e il libro è da leggere. Bruno Arpaia, appassionatamente, ricostruisce il lungo dialogo avvenuto tra Karamessines e due agenti della CIA in una villa solitaria sulle rive del Grand Lac in Québec.

Mimma Forlani

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